Le
lectine sono un gruppo di glicoproteine
ampiamente diffuse negli alimenti, sia
animali che
vegetali. Le concentrazioni maggiori di lectine si registrano nei
legumi, e in misura minore nei
cereali integrali.
Le lectine vengono a volte
accusate di essere tossiche e antinutrizionali per l’uomo, e per questa ragione il consumo di alimenti che le contengono andrebbe evitato o fortemente limitato. Tale argomentazione è molto diffusa soprattutto presso i sostenitori di certe
diete popolari che
osteggiano il consumo di legumi e cereali integrali.
Alcuni libri popolari, come "
Eat Right For Your Type" di Peter D’Adamo o "
The Plant Paradox diet" di Steven R. Gundry, si concentrano specificamente sul problema delle lectine alimentari.
Si tratta di una preoccupazione sensata?
Non tutte le lectine sono uguali
La prima cosa importante da capire sulle lectine è che
sono una classe estremamente eterogenea di molecole, di cui la stragrande
maggioranza sono innocue, alcune
addirittura benefiche,
altre invece
tossiche. Alcune anche estremamente tossiche: per esempio, la
ricina dell’olio di ricino è una lectina che ha effetti letali anche a dosi molto basse. È necessario perciò distinguerle: il fatto che alcune lectine siano tossiche, non giustifica la condanna di tutti gli alimenti che contengono lectine, che potrebbero essere innocue o addirittura benefiche.
Alcune sono benefiche
Alcune lectine, ad esempio, sono state studiate in quanto possono aiutare a
controllare trigliceridi e colesterolo [
Ref. 1], altre sono
immunostimolanti [
Ref. 2], e molte sono studiate come agenti
anticancro, come riassunto nella bella review di De Mejia e Prisecaru [
Ref. 3]. Il loro ruolo antitumorale si svolge con vari meccanismi, alcuni dei quali anche molto diretti: ad esempio, Chan et al. hanno osservato come le lectine estratte da uno yam fossero in grado di inibire
direttamente le cellule tumorali del tumore al seno [
Ref. 4].
Possono interferire con l’assorbimento proteico?
Alcune lectine sono in grado di
legarsi agli enterociti intestinali, interferendo con l’assorbimento di alcuni nutrienti come le proteine, e potenzialmente
causando infiammazione. Effettivamente, la somministrazione di alte dosi di lectine negli animali da laboratorio può
ridurre l’assorbimento dei nutrienti fino a causare
perdita di peso e
ritardo della crescita. Tali
dosi, tuttavia, sono di
ordini di grandezza non raggiungibili attraverso l’alimentazione, tanto che nell’uomo non sono mai stati documentati.
Possono causare agglutinazione dei globuli rossi?
Il secondo effetto negativo imputato ad alcune lectine è quello di causare l’
agglutinazione dei globuli rossi. Effettivamente, alcune lectine - chimate per questo ‘
emoagglutinine’ - hanno questo effetto agglutinante perché
si legano reversibilmente ai carboidrati sulla membrana dei globuli rossi. Ed è per questo che nei laboratori di tutto il mondo si utilizzano proprio lectine isolate per il
test di determinazione del gruppo sanguigno.
Questa attività di emoagglutinazione, tuttavia, si esercita
solo quando le lectine vengono aggiunte direttamente a un campione di sangue,
non quando vengono ingerite e sottoposte ai processi di digestione e assorbimento! Non a caso, non sono
mai stati documentati casi di emoagglutinazione in vivo in esseri umani dopo il consumo di lectine.
Possono causare disturbi gastrointestinali?
La terza accusa è che alcune lectine a dosi molto elevate possono causare
disturbi gastrointestinali come
dolori addominali, nausea, vomito o diarrea. Questo è vero, ma esiste
un solo alimento che contenga dosi sufficienti di queste lectine in grado da causare sintomi per l’uomo, e sono
i fagioli rossi se venissero
consumati crudi, cosa che per fortuna nessuno fa. Se i
red kidney beans li lasciamo
in ammollo e li facciamo
bollire anche solo
per dieci minuti, invece,
la concentrazione di lectine si riduce di 200 volte e
possono essere consumati senza problemi.
Cottura, ammollo, germinazione e fermentazione distruggono le lectine
Le lectine
sono estremamente termolabili, cioè
distrutte dal calore. Quindi
tutte le preparazioni che includono la cottura di legumi o cereali sono già di per se
sufficienti ad ridurle fino a quantità insignificanti.
Oltre alla cottura, ci sono altri tre trattamenti che
riducono in modo drastico il contenuto di lectine negli alimenti, e sono
l’ammollo, la
germinazione e la
fermentazione, in quanto durante questi processi le lectine vengono
metabolizzate e idrolizzate a peptidi e carboidrati.
Ad esempio, in un esperimento fatto coi
fagioli [
Ref. 5], l’
ammollo di alcune ore seguito dalla cottura aveva
ridotto il contenuto di lectine del 99,5%. Se poi questi fagioli cotti venivano fatti
fermentare per preparare del tempeh, la
riduzione arrivava
al 99.9%.
Nel tempeh fatto nel modo classico con dei fagioli di soia, facendoli prima germinare, poi cuocere e infine fermentare,
la riduzione di lectine era del 100%: in altre parole, nel tempeh alla fine
non ne rimaneva più traccia. Se invece non viene fatta alcuna cottura, ma si fanno solamente germogliare dei fagioli di soia a temperatura ambiente, già dopo solo 42 ore il contenuto di lectine si è ridotto di circa il 60% [
Ref. 6].
Lectine e lecitine
Lectine e lecitine vengono a volte
confuse per una pura questione
semantica, ma sono due cose
totalmente diverse. Le lecitine, come la
lecitina di soia o quella del
tuorlo d’uovo, sono
fosfolipidi, che agiscono come
emulsionanti negli alimenti e hanno
azione ipocolesterolemizzante nel nostro organismo.
Conclusione
Quello delle lectine negli alimenti
è un problema completamente irrilevante sul piano pratico, utile soltanto alla
propaganda di diete profondamente sbilanciate e
senza alcun fondamento scientifico.
Non tutte le lectine agiscono come emoagglutinine o hanno effetti tossici per l’uomo, quelle che potrebbero averne avrebbero bisogno di
dosi irraggiungibili con la dieta, e infine quelle che potrebbero darci qualche disturbo gastrointestinale lo farebbero solo se consumassimo legumi e cereali crudi, cosa che non facciamo. Nel momento invece in cui sottoponiamo questi alimenti ad
ammollo, germinazione, fermentazione o cottura, allora tali trattamenti ne
abbattono drasticamente il contenuto di lectine fino a quantità completamente trascurabili.