Il cioccolato viene spesso citato come una sorta di antidepressivo naturale, e alcune persone ritengono addirittura di essere ‘dipendenti’ dal suo consumo.
Ma si tratta di una dipendenza di origine psicologica, o farmacologica? In altre parole, ci sono nel cioccolato delle molecole che, agendo come droghe o come farmaci, possano causare effetti antidepressivi, o addirittura creare dipendenza?
Effettivamente, tra le centinaia di molecole contenute nel cacao, ne sono state identificate alcune che potrebbero spiegare tali effetti.
Innanzitutto il cacao contiene endocannabinoidi, come l’anandamide, della stessa famiglia di sostanze responsabili degli effetti psicotropi della marijuana.
Inoltre, il cacao contiene fenil-etil-amina, una sostanza che agisce in modo simile alle anfetamine stimolando il rilascio di endorfine a livello del sistema nervoso centrale.
Tuttavia, entrambe queste sostanze sono presenti in quantità talmente piccole che è molto improbabile possano esercitare un effetto percettibile, e tantomeno creare dipendenza. Inoltre, molti prodotti fermentati contengono quantitativi simili o addirittura superiori di fenil-etil-amina, quali ad esempio le salsicce, eppure non sono associati a effetti antidepressivi.
A conferma di tali supposizioni, nel 1994 Michener & Rozin (Ref 1) condussero alcuni esperimenti su un gruppo di volontari che si ritenevano dipendenti dal consumo di cioccolato al latte. A tali soggetti veniva fatta mangiare una barretta di cioccolato al latte, e si domandava loro di quantificare quanto la loro voglia (craving) di cioccolato fosse stata soddisfatta. Dopodiché, si faceva il confronto con altri prodotti. Quando ai volontari veniva dato un sostituto del cioccolato fatto da zucchero, burro di cacao, aroma di cioccolato e coloranti, ma privo dei solidi del cacao (di fatto, un cioccolato bianco ‘travestito’ da cioccolato al latte), i loro cravings erano comunque soddisfatti, e questo nonostante la totale assenza di cacao.
Viceversa, quando venivano loro somministrate delle capsule con il quantitativo equivalente di polvere di cacao contenuta nella barretta di cioccolato al latte, da deglutire senza percepirne il sapore, la loro voglia di cioccolato non risultava soddisfatta, nonostante avessero ingerito tutte le molecole di cacao contenute nella barretta di cioccolato.
Questo non significa che la sensazione di dipendenza evocata da alcuni nei confronti del cioccolato sia una semplice illusione: qualunque alimento che ci sia particolarmente gradito o sia associato a emozioni o situazioni piacevoli, così come qualunque esperienza particolarmente piacevole, causa nel nostro organismo il rilascio di endorfine, che inducono sensazioni di piacere, e ci inducono quindi a voler ripetere l’esperienza piacevole.
Ma tale meccanismo è ben diverso dalla dipendenza creata da specifiche molecole, associate ad esempio alcune droghe o al fumo di tabacco, la cui astinenza porta a sintomi determinati biologicamente, e non solo psicologicamente. In chi è dipendente dal fumo di sigaretta, ad esempio, una capsula di nicotina è in grado di placare i sintomi dell’astinenza. Una capsula di cacao, invece, non sortisce alcun effetto nel soddisfare la voglia di cioccolato!
In conclusione, non sono i componenti del cioccolato a esercitare effetti farmacologici, antidepressivi, a creare dipendenza o soddisfarla, ma semplicemente l’esperienza sensoriale legata al suo consumo come alimento.
Ref 1. Michener W, Rozin P. Pharmacological versus sensory factors in the satiation of chocolate craving. Physiol Behav. 1994;56(3):419-22.